
Strana Festa dei lavoratori e del lavoro quella di ieri con protagonisti nelle piazze di piccoli imprenditori, i commercianti e gli artigiani, questa volta non i dipendenti. E non era una festa, era una protesta: tutti vogliono tornare a lavorare. Ma bisogna riflettere su come tornare, perché non sarà più come prima e si salverà solo chi innova!
Ieri 1° maggio 2020 a causa delle restrizioni imposte dalle norme governative e locali le manifestazioni solitamente organizzate da Cgil Cisl Uil per la “Festa dei lavoratori” sono state soppresse e probabilmente nemmeno organizzate: niente concertone in piazza a Roma, niente manifestazioni e comizi di piazza a livello regionale e locale.

A protestare questa volta nell’emergenza Coronavirus le partite IVA, dai commercianti, ai professionisti e ai piccoli imprenditori. Gente che se non fattura non incassa e non porta a casa risorse per la famiglia! Insomma non mangia, mica ha lo stipendio fisso il 27 del mese!
Molti i sit-in o meglio i flash-mob nelle piazze delle città venete e della provincia di Vicenza: “manifestazioni” pacifiche nel rispetto dei protocolli di sicurezza con distanziamento sociale, guanti e mascherine.
LA PROTESTA A VICENZA

A Vicenza erano in 300 a Campo Marzo: in gran parte commercianti del centro storico, ma non solo, che hanno chiesto a gran voce al Governo di lasciarli lavorare.
I più in difficoltà in questo momento bar ristoranti, acconciatori (barbieri e parrucchieri) ed estetiste che apriranno forse tra un mese, se i dati statistico-epidemiologici saranno davvero in calo nonostante le aperture che avverranno questo lunedì 4 maggio 2020.
Altri flash-mob in provincia di Vicenza sono stati segnalati ad esempio Malo e a Nove con qualche decina di persone.
A Vicenza la protesta è stata forte: sulle vetrine di molti negozi c’è scritto: “Noi ci siamo, siamo pronti con tutte le norme di sicurezza sanitaria. Fateci aprire!”

Tutti i partecipanti lamentano che le spese corrono (bollette, affitto, tasse, stipendi (anticipo della CIGS), manutenzioni …) e le entrate sono bloccate, sono azzerate.
Non solo: molti piccoli imprenditori sottolineano come sia stato immediato il lockdown, il blocco di qualsiasi attività: non sarà lo stesso riprendere, perché la ripresa sarà (se va bene) graduale e le persone, i cittadini, non è detto che si fidino ad esempio di frequentare subito un ristorante o un bar.
Sarà dura riprendere, e oltre ai due mesi (tre per i baristi e i ristoratori) ce ne saranno altri di “magra”.
NON SARA’ PIU’ COME PRIMA: SI SALVA CHI INNOVA!
L’altra ipotesi è che non sia più come prima: noi di Blog Room21 pensiamo così. Dovremo e dovrete cambiare tutto: nessuno di noi è disposto a frequentare un ristorante e trovarsi a dover cenare in un gabbiotto di plexiglass.
Un consiglio: fatevi aiutare dai centri studi delle associazioni i categoria a cui aderite per capire come uscirne, come riprendere, perché, ripetiamo, NON SARA’ PIU’ COME PRIMA!
Non serve lamentarsi, ma come abbiamo sempre fatto, e come avete fatto, bisogna rimboccarsi le maniche e aguzzare, prima, l’ingegno, inventare nuovi percorsi di business …