
Gli artisti vicentini Toni Venzo (della Valbrenta) e Marco Martalar (dell’Altopiano di Asiago) hanno donato una loro opera al Consiglio regionale del Veneto, il parlamento di tutti i cittadini veneti. Ad accoglierli il presidente Roberto Ciambetti.
I due artisti Venzo e Martalar sono stati protagonisti di “4444 Acqua e Fuoco” mostra antologica ospitata nella scorsa primavera a Venezia tra palazzo Ferro Fini e Ca’ Rezzonico, in cui narravano tra scultura, arte contemporanea e storia, il legame con le proprie radici e con la propria terra, in un percorso che si sviluppava dall’Altipiano dei Sette Comuni, a Bassano fino a Venezia.
Il 9 luglio 2019 sono tornati a Venezia per donare al Consiglio regionale del Veneto una loro opera, “Acqua e Fuoco” che va “ad arricchire il patrimonio di testimonianze d’arte contemporanea dell’assemblea legislativa regionale, come ha detto Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto.
“Dopo figure come Romano Vio, Murer o Nancy Genn – ha affermato Ciambetti – anche Toni Venzo e Marco Martalar hanno voluto donare alla ‘casa dei veneti’ un’opera d’arte nel ricordo di una esposizione che ebbe un valore straordinario. 4444 Acqua e Fuoco, partiva dai 4444 scalini che da Calà del Sasso dall’Altipiano di Asiago conducono per la Val Frenzela a Valstagna, lungo un sentiero realizzato attorno al 1398 sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti: una lunghissima scalinata, scavata per grandi tratti nella roccia, fiancheggiata da una canaletta selciata concava lungo la quale venivano divallati i tronchi”.
E quello non era l’unico sentiero di questo tipo studiato per trasportare a valle dall’Altipiano dei Sette Comuni il legname.
“Lungo questi sentieri il pensiero corre ai nostri boschi – hanno sottolineato Venzo e Martalar – e al disastro del ciclone Vaia, che sconvolse per sempre il nostro territorio montano. Quella mostra, come oggi questo dono, sono un omaggio alla nostra terra ferita, alla nostra fragilità, alla nostra storia, quasi un monito. Le ferite passeranno, ma domani passando davanti a quest’opera d’arte ricorderemo non solo la genialità dei nostri due maestri ma anche la storia e la cronaca che essi hanno voluto raccontarci”.