
Già il nome indica un destino. Verdegaio si rifà a tutto ciò che incarna il sogno della campagna ideale, bucolica e un po’ utopistica, di un immaginario “paese delle meraviglie”.
In questo ristorante, ricavato da un edificio nel quale nell’800 si allevavano i bachi da seta, la campagna è rappresentata dalle finestre di legno verde, dai fiori freschi, il caminetto, un parco vasto e ben curato. Nelle sale fa bella mostra di sé una collezione, in continuo ampliamento, di oggetti carichi di storia che ricordano le antiche attività locali: il recipiente in latta dei vecchi gelatieri, i servizi da tè dell’800, la cucina economica vintage. Quello che colpisce maggiormente però è l’atmosfera un po’ magica del posto. La sensazione poi è di essere in famiglia, tanto è il calore e la naturale disponibilità con la quale si viene accolti. Ad iniziare dalla titolare, Rosa Gramaccioni, e poi via via a tutti i suoi collaboratori: dal maitre che cura la sala allo chef che propone sempre piatti in sintonia con le stagioni usufruendo a piene mani delle risorse offerte dall’orto dietro casa. La cura dei dettagli aggiunge fascino ad un ambiente che ha saputo unire in modo armonico e raffinato la natura rustica della location alle esigenze dei clienti, ai quali vengono dedicate calorose attenzioni. La cucina è tradizionalmente veneta. Molto curata l’estetica della mise en place con pane, pasta e dolci tutti fatti in casa. C’è anche un’ottima offerta vegetariana, da gustare con il vino realizzato con le uve del vigneto di proprietà. D’estate il parco è un vero spettacolo e offre la possibilità di vivere dei momenti veramente rilassanti, approfittando magari anche del tavolo Chic Nic, un angolo riservato sotto agli alberi dove si può gustare la natura lontano da tutto e da tutti, serviti di plaid, lanterne e cestini da picnic (massimo per otto persone, prenotabile). D’inverno, invece, diventa protagonista la sala del caminetto, in antitesi alla veranda che offre una meravigliosa vista sui colli.