
La passione per la musica di Giovanni Martello, nato e cresciuto a Roana, risale alla sua infanzia. Il giovane, infatti, era consono andare con il nonno alle fiere di canto di canarini e ascoltare con lui della musica in quella che, con gli anni è diventata a tutti gli effetti “la stanza della musica”.
Le casse acustiche di Giovanni
In questa stanza Giovanni passa il suo tempo ascoltando musica, riflettendo sulla qualità del suono e proprio da questo è nata l’idea di provare a costruire delle casse da zero, unito al fatto che dei diffusori di alta qualità comportano una spesa non indifferente.
Anche il suo percorso scolastico lo ha aiutato in questa nuova avventura che ha deciso di affrontare, avendo già delle basi solide date dal diploma presso l’ITIS Chilesotti a Thiene e gli studi in ingegneria mecatronica che sta portando avanti presso la sede staccata dell’Università di Padova a Vicenza.
Sloth Project
Dall’inizio del progetto all’inizio della sua effettiva realizzazione è trascorso un anno, durante il quale il giovane non si sentiva mai abbastanza pronto per cominciare: ha fatto un approfondito studio in totale autonomia su diversi libri, cercando di capire al meglio come portare avanti questo suo progetto: l’inizio è stato dato dagli altoparlanti, seguiti poi dalla decisione del volume interno e dallo spessore del legno, usato per la struttura della cassa.
Il legno scelto è il rovere ed ha deciso di lasciarlo il più naturale possibile così da valorizzarlo e creare una linea minimale per le finiture esterne. Linee secche, squadrate al massimo, per rendere la cassa veramente minimale. Il lavoro nella sua totalità è stato fatto da Giovanni senza nessun aiuto esterno, se non quello del padre in alcuni passaggi del taglio del legno.
Alcuni suggerimenti gli sono stati forniti direttamente dal suo corso di Laurea, mentre eseguiva delle simulazioni elettriche al computer: ha infatti pensato di applicare la stessa simulazione alle sue casse, cercando in diversi testi come eseguire i calcoli esatti. Inoltre, ha fatto una simulazione della gamma di frequenza per vedere la risposta dei filtri della sua creazione – anche in questo caso, tutti i calcoli sono stati fatti da Giovanni dopo attenti studi e attente ricerche.
Ma quindi, sono delle casse “normali”?
Si, sono delle casse con una qualità del suono più alta, ma funzionano come tutte le altre casse, privilegiando certi generi come il jazz, il jazz fusion, la lirica e i grandi cantautori. Il gusto musicale è un determinante dato dal fatto che non tutti i timbri sono presenti sulle casse: non sono predestinate per generi con tanti bassi perché la quantità di aria mossa non è sufficiente.
Un amico del giovane intraprendente, gli ha permesso di provare le casse con dei cavi in argento e di effettuare un’analisi quantitativa del suono che ha portato a dei buoni risultati.
L’analisi acustica qualitativa, invece, non è stata fatta perché servirebbe una camera anecoica per avere dei risultati perfetti.
Trasformare questa sua passione in un futuro lavoro è un’idea da considerare dice Giovanni mentre è già alle prese con la costruzione della seconda coppia di casse, specificando anche che resta comunque un mercato abbastanza di nicchia e che per il momento la sua rimarrà un interesse. L’artigianalità è sicuramente il punto forte di tutto il suo progetto, perché è riuscito a costruire delle casse con un’alta qualità del suono partendo da zero e senza l’aiuto di nessuno.