
Entro la fine dell’anno 2020 saranno restaurati gli affreschi sotto i chiostri di Santa Maria Novella danneggiati dall’alluvione del 1966. L’intervento rientra nel progetto Florence I Care del Comune di Firenze ed in questo caso è totalmente finanziato dalla Rigoni di Asiago.

L’IMPEGNO DI RIGONI DI ASIAGO PER IL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO
Rigoni di Asiago, la nota azienda veneta leader nella produzione biologica di miele, confetture e creme di nocciola è da sempre attenta ai valori legati alla tradizione e alla cultura.
Nel 2015 ha sostenuto l’importante intervento di recupero dell’Atrio dei Gesuiti (l’entrata storica del prestigioso Palazzo di Brera a Milano), Nel 2016/2017 si è occupata del restauro dell’originale della statua di San Teodoro (il primo Patrono di Venezia) in Palazzo Ducale.
Nel 2018 invece ha proceduto al restauro della fontana “Venezia sposa il mare” nel cortile di Palazzo Venezia a Roma.
E infine l’anno scorso (2019) è intervenuta per il restauro della Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone a Matera.
Oggi la Rigoni di Asiago ha deciso di proseguire il percorso della valorizzazione dei beni culturali approdando a Firenze.
L’intervento rientra nel progetto Florence I Care, promosso nel 2011 dal Comune di Firenze con lo scopo di valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico grazie a partner privati.
L’OGGETTO DEL RESTAURO A FIRENZE
L’intervento di restauro dei dipinti delle lunette lato est ed angolo lato sud del Chiostro Grande di Santa Maria Novella è particolarmente significativo non solo per il valore storico ed artistico dell’opera all’interno di uno dei più bei gioielli di Firenze, ma anche perché avviene in un momento così delicato per tutto il paese.

IL MESSAGGIO DI ANDREA RIGONI
“Con questa iniziativa di responsabilità sociale d’impresa – dichiara Andrea Rigoni, amministratore delegato di Rigoni di Asiago – vogliamo contribuire a valorizzare un luogo di estrema bellezza e ricco di storia che concorre a rendere splendida Firenze. Diamo avvio al progetto in uno dei momenti più difficili per il nostro Paese. Mi piace condividere con voi questo momento con l’augurio che possa rappresentare un segnale di positività che parta dalla Capitale del Rinascimento e che leghi le logiche imprenditoriali a quelle della cultura in modo che si traducano in una reciproca forza.
Desidero ringraziare il Comune di Firenze, la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Firenze e Fondaco Italia per aver reso possibile la nostra partecipazione all’iniziativa che, oltre a consentirci di consolidare il nostro rapporto con l’arte, la cultura e la formazione, ci permette di coinvolgere anche Firenze”.
“La quinta tappa di questo nostro progetto “La natura nel cuore di …” che abbiamo iniziato nel 2015 – conclude Rigoni – da Milano a Venezia, Roma e Matera ed arrivare oggi a Firenze, conferma, che la collaborazione fra l’azienda e il nostro patrimonio culturale offre sempre grandi opportunità e stimoli.
Ci ha entusiasmato l’idea di poter contribuire a valorizzare questo luogo ricco di storia, di arte e di spiritualità che deve tornare prima possibile ad essere ammirato dai visitatori di tutto il Mondo”.

IL CHIOSTRO GRANDE DI SANTA MARIA NOVELLA
II Chiostro grande, edificato dal 1340 al 1360, fa parte del convento di Santa Maria Novella ed è il più grande chiostro della città. La sua grandezza riflette la grandezza e la maestosità dell’Ordine dei Domenicani attraverso gli affreschi presenti attribuiti ad alcuni dei maggiori artisti fiorentini della fine del cinquecento.
Negli anni 1562-1592 l’architetto Giulio Parigi, su committenza di Eleonora da Toledo, moglie del Granduca Cosimo I, procedette alla decorazione ad affresco commissionando i lavori a vari artisti dell’epoca come Bernardino Poccetti, Santi di Tito, Ludovico Cigoli e Alessandro Allori.
Nel secolo XVIII il Chiostro venne risistemato per quanto riguarda gli elementi lapidei e alcune lunette rimaste vuote vennero dipinte.
Dal 1920 il Chiostro faceva parte della scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri ma recentemente, nel 2016, è passato a far parte del Museo di Santa Maria Novella.
I DANNI DELL’ALLUVIONE DEL 1966
L’alluvione di Firenze nel 1966 causò danni notevoli di conservazione alle pitture: per cercare di salvarle, queste sono state sottoposte al distacco dalla parete originaria, alla successiva riadesione ad un nuovo supporto e alla ricollocazione in loco. I tagli per la rimozione sono ancora visibili e tutte le scene sono abbastanza impoverite di materia a causa dell’operazione di strappo anche se è probabile che senza questo tipo di intervento le lunette sarebbero pervenute a noi in condizioni molto peggiori.
I LAVORI DI RESTAURO OGGI
Nonostante il susseguirsi di interventi di restauro, l’ambiente favorevole alle correnti e flussi di aria e polveri ha fatto sì che le superfici pittoriche siano state particolarmente propense all’accumulo di sostanze inquinanti che sono penetrate dentro le pitture con conseguente perdita di colore e stuccature incoerenti e malmesse diffuse. Come spesso succede per gli affreschi staccati, si possono notare delle macchie scure che sono dovute alla colla animate non rimossa completamente sulla superficie pittorica che ha causato un attacco di microorganismi.
L’intervento di restauro prevede il consolidamento della superficie pittorica, la pulitura dai depositi di sporco, inquinanti e materiali incoerenti, la rimozione delle vecchie stuccature e l’applicazione di nuove contro fessurazioni e cadute di intonaco.
I lavori, sotto la direzione dei servizi tecnici e belle arti di Palazzo Vecchio, vengono eseguiti dal Consorzio Edile Restauratori Società Cooperativa a responsabilità limitata di Firenze. L’intervento prevede anche il posizionamento di un nuovo impianto illuminotecnico che verrà realizzato da Enel X.