
Palazzo Thiene Bonin Longare, ora sede dell’Associazione Industriali, fu iniziato da Francesco Thiene verso il 1580 e, per la facciata, uno schizzo di Andrea Palladio, fu terminato da Enea Thiene con l’aiuto di Vincenzo Scamozzi nel 1608. Il palazzo è frutto della collaborazione di due massimi architetti vicentini e di due esponenti di quella nobiltà locale che si dilettava di archittetura e senza la cui committenza intelligente e appassionata, l’opera dei due grandi non avrebbe potuto svilupparsi nelle splendide forme che oggi ammiriamo.
La facciata di Palazzo Thiene appare particolarmente vibrante, per la sequenza ravvicinata delle colonne, la forte sporgenza delle trabeazioni tra i due ordini e l’accentuata rastrematura delle finestre-porte del piano nobile. Molti degli ambienti interni (non aperti al pubblico) sono ornati di stucchi tardocinquecenteschi della cerchia del Ridolfi e di affreschi sei-settecenteschi: pregevoli soprattutto le inquadrature architettoniche e le prospettive scenografiche del salone al primo piano dovute a Giacomo Ciesa.
L’emozione maggiore la si prova appena si varca il portone d’ingresso, aperto in un elegante atrio. Domina sul lato meridionale del cortile l’imponente loggia a due ordini e, oltre il cortile, il parco protetto da una cancellata settecentesca e abbellito da quattro statue attribuite a Giacomo Cassetti, uniche superstiti delle numerose già esistenti nel giardino originario. Il giardino è ancora oggi bello come un teatro all’aperto ed è uno dei molti luoghi scenici di cui è ricca Vicenza, città-teatro per eccellenza.