
Sono appassionato di camper, caravan e van da ormai qualche anno, e più passa il tempo più divento maledettamente di parte. Nell’infinita e mai risolta competizione fra camper da una parte e caravan dall’altra, sono convinto ormai che ci sia un terzo vincitore destinato a rimanere tale per gli anni a venire. Sto parlando del van, o furgone camperizzato, o camper puro, o furgonato, insomma, del protagonista indiscusso della #vanlife e di moltissimi viaggi da parte di milioni di persone in tutto il mondo, giovani e non solo. Come si spiega il successo di questo mezzo? Da quello che ho potuto apprendere parlando con rivenditori di concessionarie ed esperti, il furgonato sta rapidamente superando il vecchio mansardato (cioè il camper con la tipica sporgenza sopra il parabrezza) per un motivo semplice: alle nuove generazioni questo mezzo piace. Piace più degli altri perché agile, pratico, compatto e modulare, caratteristiche assenti del tutto o quasi sia nei camper che nelle caravan (o roulotte).
Di fatto il camper e con lui la caravan agganciata a traino all’auto vengono visti come qualcosa di scomodo, ingombrante e poco indicato per affrontare un viaggio degno di questo nome in un’epoca così precaria e così caotica quale è diventata ormai la nostra. In effetti il van, e cioè un qualunque furgone allestito per dormire, cucinare e farsi magari una bella doccia, non ha paragoni in termini di flessibilità. Ce ne siamo accorti anche noi dal momento in cui abbiamo acquistato un vecchio Fiat 238 per girare l’Italia e l’Europa (ma anche il Canada). Questo furgoncino di appena 4,20 metri di lunghezza per 1,80 di altezza ci ha permesso di superare qualunque ostacolo, vedi le sbarre di accesso ai parcheggi lungo la spiaggia o a quelli sotterranei. Le possibilità di avere un impianto GPL ci ha consentito inoltre di risparmiare sul costo del carburante, prerogativa questa che un normale camper non ha (la stragrande maggioranza è a diesel). Ma c’è ancora molto, molto altro rispetto a un camper o a una caravan!
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DALL’OFFROAD AGLI UTILIZZI COMPLEMENTARI: LA FORZA DEL VAN
Se penso ai nostri viaggi in van penso anche alle occasioni in cui siamo andati fuoristrada, percorrendo sterrati se non addirittura tratti di terreno in mezzo al fango e all’erba. Con un camper “normale”, e tanto meno con una caravan agganciata all’auto, una libertà di questo genere è difficile da ottenere (il rischio è quello di piantarsi, soprattutto con ruote larghe, trazione anteriore e molto peso sulla cellula). Nota positiva quindi l’offroad, in parte fattibile anche senza un 4×4 (se poi avete tutte le ruote motrici meglio ancora, il divertimento è assicurato). Bisogna poi considerare anche i tempi morti in cui non siete in viaggio: la volta che il mezzo è fermo, lo potete usare per trasportare oggetti ingombranti (mobili, attrezzature sportive, ecc) o anche come automobile per tutti i giorni (molti modelli sono talmente piccoli che si parcheggiano in un posto auto classico).
Il successo di questi adorabili furgoni è stato tale negli ultimi anni da portare all’esplosione di un fenomeno mai visto prima, quello della vita in van e dei fulltimer: persone di ogni provenienza, cultura, età ed estrazione sociale che hanno deciso di mettersi in viaggio per qualche mese, per anni o per il resto della propria vita (fino a prova contraria naturalmente), visitando una parte del mondo, un paese specifico o perché no, l’intero pianeta. Di recente, in questa rubrica, abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Arquà, padre, surfista, vegano, scrittore e appassionato di viaggi on the road. A bordo del suo (ex) Westfalia, Andrea ha viaggiato per gli Stati Uniti come fulltimer per un intero semestre, condividendo lo spazio ristretto del proprio T3 “Ronzinante” insieme alla moglie, ai figli e al cane. Un’impresa epica che con un camper sarebbe stata non più difficile ma sicuramente più costosa (a partire dalla spedizione del mezzo via nave).
IL FUTURO DEL SETTORE: IL CAMPER (E IL VAN) 100% ELETTRICO
E il futuro? Che cosa ci riserverà? Un ritorno alla caravan? Un camper ancora diverso dal furgone “puro”? Con ogni probabilità né il vecchio mandardato né la vetusta caravan spariranno, si verificherà piuttosto un ridimensionamento del mercato, con meno fedeli a questi mezzi e più persone orientate su furgonati e su fuoristrada allestiti (altro trend emergente). Per quanto riguarda la motorizzazione, basta digitare su Google news “camper elettrico” per rendersi conto di come – dal Fiat Ducato all’eBussy – il camper a trazione “pulita” sia il prossimo step in arrivo. Personalmente credo e immagino un futuro in cui il pacco batterie del camper servirà per alimentare il camper stesso e le utenze (piani cottura, riscaldamento e altro). Mancano senza dubbio almeno 10 o 20 anni a questo risultato, ma la tecnologia sta progredendo a una tale velocità da non precludere certo questa ipotesi.
Arriverà quindi il giorno, molto presto, in cui potremo goderci le vacanze on the road dimenticandoci dei rifornimenti di gasolio o benzina, dell’olio motore, dei continui guasti meccanici e di tutti i ricambi che ci portiamo dietro. Sarà diverso, ma sarà anche più entusiasmante e stimolante. Nel mio piccolo sto coltivando un progetto di van “gas free” che prevede l’eliminazione del gas per cucinare e – spero – per scaldarsi. Ancora non posso sbilanciarmi e rivelare molto, ma presto su questo blog vi parlerò di come sia possibile viaggiare spendendo e inquinando meno. Un gesto concreto per un futuro più sostenibile anche quando si sceglie di visitare ed esplorare il mondo, km dopo km, sosta dopo sosta, città dopo città. A presto, ci vediamo in strada!