
La stagione estiva accende l’ormai annoso dibattito sulla salute del Lago di Fimon, un reperto storico se vogliamo dire, risalente a 35 mila anni fa (nota del CNR).
Lo specchio lacustre però non sarebbe in salute a quanto affermano gli esperti. E anche i comuni cittadini, coloro che amano questa “pozzanghera” alle porte di Vicenza, ne hanno da tempo sottolineato il malessere. Infatti, l’estate calda ha messo in evidenza sia diventato una pozza maleodorante, piena di alghe che spesso marciscono e rimangono putrefatte sulla superficie, aumentando odore e sporcizia e al contempo limitando lo scambio di ossigeno con l’ambiente. Causa di tutti i mali (o quasi) del Lago di Fimon è una pianta infestante, il myriophillum spicatum, detto anche millefoglio o trifoglio acquatico spinoso, originario della parte settentrionale del continente euroasiatico. Tale pianta prolifera in modo abnorme soprattutto grazie ai fertilizzanti che si riversano nel lago e alla enorme presenza di fanghi sedimentati, che rendono il lago poco profondo (massimo 3 metri) e per questo motivo le sue acque d’estate si scaldano molto. La temperatura f soffrire la fauna e accelera il processo vegetativo. L’area del Lago è considerata di interesse comunitario da parte della UE per ragioni naturalistiche e per la sua rarità. E anche se negli anni scorsi sono stati avviati interventi di bonifica da parte della Provincia di Vicenza, purtroppo ora la situazione non solo non è cambiata, ma anzi peggiorata, mettendo il Lago di Fimon in situazioni critiche e bisognose di cure drastiche.