
Un nuovo l’appuntamento con la Stagione Teatrale della Città di Bassano del Grappa, lunedì 10 febbraio alle 21 al Teatro Remondini, dove andrà in scena La Casa Nova di Carlo Goldoni, per la regia di Giuseppe Emiliani, in una nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto con Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Lucia Schierano e gli attori della COMPAGNIA GIOVANI DEL TEATRO STABILE DEL VENETO: Simone Babetto, Andrea Bellacicco, Maria Celeste Carobene, Eleonora Panizzo, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Federica Chiara Serpe e Leonardo Tosini.
La storia ruota attorno a una costosa “casa nova”, tanto desiderata dai protagonisti della vicenda: Anzoletto e Cecilia, novelli sposi alle prese con un oneroso trasloco. Cecilia è capricciosa, amante del lusso, mentre Anzoletto è debole, incapace di opporsi alle pretese della consorte; ad osservare questa “strana coppia”, la “serva furba” Lucietta e la sorella di lui, Meneghina, anch’essa alla ricerca di una casa da condividere con l’amato Lorenzino. Attorno a queste due coppie ruotano nobili spiantati e scrocconi, che dispensano consigli su come arredare la casa, e a cui si contrappongono le curiose e pettegole sorelle Checca e Rosina, paladine – un po’ ipocrite – dei principî della borghesia. Sarà però, inaspettatamente, proprio Checca a provocare l’intervento del parente ricco, Cristofolo, che con saggezza e il proprio denaro riuscirà a sciogliere i nodi dell’intreccio. Ma sarà una soluzione solo momentanea, oppure definitiva?
Secondo la storia narrata dallo stesso Goldoni nei suoi Mémoires, gli ci vollero solo tre soli giorni per scrivere La Casa Nova. Questa commedia, rappresentata nell’autunno del 1760, conquistò pubblico e critica, e, inaspettatamente, anche l’autore, di solito estremamente autocritico. Non stupisce, poiché si tratta di una commedia segnata dalla forte vivacità dei dialoghi, che caratterizzano anche i numerosi personaggi, mentre la struttura drammaturgica è un continuo “crescendo”, un ritmo sempre più incalzante fino a diventare vertiginoso.
Non manca, ovviamente, il tema tanto caro a Goldoni, quello dell’ipocrisia sociale: la crisi economica e le relazioni di interesse si nascondono dietro l’orgoglio di una borghesia che ha perso ogni autocontrollo e dirittura morale. Una borghesia ormai schiava della cultura dell’apparire, smaniosa di ostentare finte ricchezze.
Scrive Emiliani nelle note di regia: “C’è un gran movimento ne La casa nova. Un andirivieni agitato, frenetico, fra le cui pieghe s’intravedono i temi più significativi dell’ultima splendida stagione di Goldoni. Intorno alle dinamiche di un banale trasloco l’autore innesca una macchina drammaturgica perfetta, che mette in luce le smanie di arrivismo di una classe borghese alla ricerca di un prestigio nobiliare che non le appartiene”.
Una serata di grande teatro, tra comicità e critica sociale, per scoprire come un grande classico possa ancora parlare al pubblico di oggi.
La Stagione Teatrale prosegue poi il 24 febbraio, con Semi – senza infamia e senza lode di Stivalaccio Teatro.