
Si chiama bubble tea ma non è un tè frizzante. Si chiama così perchè al suo interno ha delle sfere, delle bolle, appunto, che sono fatte di tapioca e che si possono masticare.
Anche in centro a Vicenza e nei dintorni – a Schio c’è addirittura un esercizio dedicato – questa bevanda sta riscuotendo un grande successo. Intanto non si tratta di tè, nel senso comune del termine, e nei paesi di lingua anglosassone è nota anche come pearl milk tea (tè alle perle di latte), boba milk tea, boba juice. La maggior parte delle ricette di bubble tea, che ricordiamo è di origine taiwanese ed è stata inventata nel 1980 a Taichung, contengono una base di tè mischiato e agitato con frutta o latte, al quale sono aggiunte perle di tapioca gommose e gelatina di frutta. La tapioca non è altro che un derivato della manioca, una radice che per molte popolazioni dell’Africa e del Sud America rappresenta un’importante fonte di carboidrati. Non contiene glutine e la sua farina è impiegata in vari settori: dall’alimentazione alla cosmetica, fino alla colla e ai saponi.