
La guerra non è ancora finita per il popolo armeno. Lo dimostrano due fil in programmazione in queste settimane e provenienti entrambi dagli Stati Uniti. Il primo, “The Ottoman Lieutenant” di Joseph Ruben, coprodotto dai finanziatori turchi, con Michiel Huisman, Josh Harnett e il premio Oscar Sir Ben Kingsley, non parla di genocidio come una decisione voluta dal governo ottomano, ma come scrive Hollywood Reporter, di massacri “nati da gruppi di soldati durante le davastazioni del conflitto”.
Il secondo, “The Promise” di Terry George con l’altro premio Oscar Christian Bale e Oscar Isaac, invece affronta le violenze del genocidio perpetrato dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916, causa di un milione e mezzo di vittime. Quest’ultimo – i cui proventi andranno ad organizzazioni benefiche e umanitarie – prodotto da un gigante di Hollywood come Mike Medavoy e finanziato con 100 milioni di dollari dal magnate di origini armene Kirk Kerkorian, è già stato oggetto di attacchi online da trolls e hakers turchi che negano il genocidio. Per difendere “The Promise” sono scesi in campo anche molti volti noti ad inziare da Leonardo di Caprio, che si è esposto sui social in prima persona. Entrambe i film utilizzano la chiave romantica per affrontare l’argomento. In “The Promise” amicizie e amori all’ombra di Costantinopoli fra un giornalista americane (Bale) e gli armeni (Isaac) e Ana (Charlotte Le Bon).
In “The Ottoman Lieutenant” invece Ismail (Huisman) è un eoico ufficiale ottomano che durante la guerra in Turchia aiuta alcuni armeni a salvarsi e si innamora di un’infermiera americana (Hara Hilmar). Nel triangolo anche il giovane medico statunitense Jude (Harnett).