
Al via la Danza al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza edizione 2020, la rassegna che presenta percorsi di ricerca innovativi e mette in luce coreografi e autori emergenti e più noti del panorama nazionale. Lo spettacolo inaugurale “Graces” di e con Silvia Gribaudi, in programma venerdì 21 febbraio alle 20.45 si sposta in Sala Maggiore, visto il tutto esaurito da tempo; sono disponibili ancora dei biglietti.
Questo successo è un riconoscimento all’artista, danzatrice e coreografa, conosciuta per le sue creazioni irreverenti e amata dal pubblico del Comunale, ed è un apprezzamento allo spettacolo, premiato da numerose giurie e diventato un cult del genere, in cui viene ribaltato il concetto di bellezza e i suoi canoni “classici” (le Grazie a cui allude il titolo sono quelle di Antonio Canova).
Dopo lo spettacolo in Sala Maggiore (durata 50 minuti) si svolgerà l’Incontro con l’artista condotto da Giulia Galvan, drammaturga e curatrice di eventi di danza; durante l’Incontro il pubblico potrà confrontarsi direttamente con i creatori e gli interpreti.
“Graces” (2018) drammaturgia di Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti, interpretato da Siro Guglielmi, Silvia Gribaudi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo, luci di Antonio Rinaldi, è prodotto da Zebra e coprodotto da Santarcangelo Festival, con la collaborazione di Klap – Maison Pour la danse Marsiglia, Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa, Orlando Bergamo; è risultato progetto vincitore dell’azione CollaborAction#4 2018/2019 – azione del network Anticorpi XL; è inserito nella programmazione di Danza in Rete Festival Vicenza-Schio 2020.
LO SPETTACOLO
“Graces” è una performance divertente e gioiosa in cui Silvia Gribaudi è in scena con tre danzatori, ispirata alla scultura e all’ideale di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò attraverso le sue opere. Il progetto, contro gli stereotipi di genere e i modelli estetici precostituiti, segna un incontro felice e ironico, in puro stile Gribaudi, tra il maschile e il femminile, interrogandosi su chi sarebbero oggi le tre grazie. La creazione si ispira alla mitologia, alle tre figlie di Zeus – Eufrosine, Aglaia e Talia – che irradiano splendore, gioia e prosperità. Tre danzatori uomini salgono sul palco insieme alla coreografa, in una dimensione spazio-temporale sospesa tra l’umano e l’astratto; in scena ci sono tre corpi maschili, tre divinità che si scoprono lentamente nella loro forma unica. Tra loro una persona ‘comune’ alla ricerca della bellezza, che nel vedere queste opere si interroga su identità, società e valore della “diversità”. In questo spazio sospeso uomo e donna si incontrano, danzando un ritmo comune, lontano da stereotipi e ruoli, al ritmo della natura. In scena, la creatrice che ama definirsi “autrice del corpo” perché la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni, elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica, in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts. Strizzando l’occhio alla tradizione classica, Silvia Gribaudi sfoggia così impeccabili movenze tipiche del balletto con l’approccio ironico che da sempre la contraddistingue. Il risultato è una creazione originale, molto divertente che brilla per virtuosismo e umorismo e propone agli spettatori qualcosa di assolutamente inaspettato.
SILVIA GRIBAUDI
Silvia Gribaudi è un’artista torinese attiva nelle arti performative e in progetti di relazione tra la performance dal vivo e il territorio, con progetti di comunità che valorizzano le diverse fasce di età, anche nelle comunità di italiani all’estero. Ha una formazione di danza classica e moderna e, fin dal 2005 ha fatto esperienze come danzatrice; nel 2009 con la performance “A Corpo Libero” ha vinto il premio pubblico e giuria GD’A Veneto. È stata insignita, con la coreografa canadese Tara Cheyenne, del Victoria Chrystal Dance Prize nel 2014, un sostegno per la nuova produzione “Empty.swimming.pool”. Nel 2016 e 2017 ha realizzato la performance “R.Osa” (al Teatro Comunale di Vicenza nella scorsa stagione di danza) con cui è stata finalista al premio UBU come miglior spettacolo di danza e anche al premio rete critica 2017 come performance. Nel 2019 anche con “Graces” è stata finalista al premio rete critica e lo spettacolo ha ricevuto il premio Danza&Danza come migliore produzione italiana.