
Camelia Matatia e Anna Frank, Romagna e Olanda, dalla prima lettere inviate ad un amico e dall’altra un diario; per entrambe un unico atroce destino: incontrare la morte nelle camere a gas di un lager nazista per la “colpa” di essere di etnia e religione ebraica.
A 80 anni dalle leggi razziali volute dal regime fascista per imitare il nazismo a Vicenza c’è chi ha voluto approfondire il tema e raccontarlo ai ragazzi nelle scuole.
Lo ha fatto lo scrittore Roberto Matatia (secondo cugino di Camelia) che è riuscito a recuperare fortunosamente gli scritti della 16enne residente a Forlì, morta gasata come la più famosa Anna Frank di Amsterdam.
Qualche giorno fa Roberto Matatia ha incontrato nell’aula magna dell’Istituto Montagna a Vicenza gli studenti del serale e il giorno successivo (29 gennaio 2019) i ragazzi dell’Istituto tecnico per geometri e dell’Istituto professionale (circa 500 studenti in tutto), e successivamente nel pomeriggio oltre 300 iscritti ai sindacati dei pensionati di Cgil Cisl e Uil di Vicenza e provincia al palazzo delle opere sociali.
Un passato da imprenditore a Faenza per Roberto Matatia, che dopo aver ricevuto da un anziano le lettere frutto di un rapporto di amicizia con una sua seconda cugina 16enne mai tornata dal campo di concentramento, ha deciso di scrivere e raccontare tutto ne “I vicini scomodi, storia di un ebreo di provincia di sua moglie e dei suoi tre figli negli anni del fascismo”.
Un libro che offre uno spaccato più che realistico della vita da “paria” che dovettero passare le famiglie di religione e origine ebraica anche in Italia a causa delle leggi razziali fasciste. Esistenze molto spesso vissute nel terrore e spezzate nei campi di concentramento in Germania.
Una testimonianza quella di Roberto Matatia voluta dai sindacati di Cgil Cisl e Uil di Vicenza per dare continuità al lavoro che viene portato avanti con le scuole tutti gli anni: questa volta con uno scrittore contemporaneo per dare il senso della continuità oltre la generazione che i campi di sterminio li ha vissuti …
Massima complicità dal preside dell’Istituto Canova e ex Martini e dell’Istituto Montagna, prof Domenico Catterino, convintissimo dell’applicazione “attiva” della legge statale del 2000 dedicata proprio al Giorno della Memoria
(Testi, foto e video a cura di francesco.brasco@gmail.com)