
E’ evidente che il resto d’Europa (soprattutto Germania e paesi nordici) è molto più avanti con il turismo in bicicletta, e l’Italia, il Veneto e la provincia di Vicenza hanno ampi margini di sviluppo. Nel 2019 nel Belpaese hanno prenotato 20 milioni e mezzo di cicloturisti italiani che hanno speso mediamente (secondo dati Isnart-Unioncamere e Legambiente) 75 euro a testa al giorno. Ma soprattutto hanno generato una spesa complessiva di 4 miliardi e 700 milioni di euro.
Non solo: nel 2019 sono state vendute in Italia 1 milioni e 700 mila biciclette nuove, ovvero 3 bici al minuto.
Ecco perché molti esperti del settore in questi giorni di rilancio anche del turismo nel nostro paese (in Veneto è il primo settore produttivo per fatturato) post epidemia e quarantena e lockdown affermano che quest’anno bisogna ripartire dal turismo lento e in particolare dalla bicicletta.
In Veneto e in provincia di Vicenza vi sono diverse buone prassi che lo dimostrano: dalla ciclo-via del Brenta in Valsugana che conta ogni anno centinaia di migliaia di passaggi (e promette di più se si sviluppassero i servizi), alla Treviso-Ostiglia realizzata da Treviso fino a Grisignano e Montegalda e che dovrà proseguire fino alla provincia di Mantova. E poi progetti di sviluppo come il Greentour e tante piste come le direttrici da Vicenza a Schio, poi la Vicenza a Padova lungo il Bacchiglione (da completare) e verso ovest e la Vicenza-Noventa entrambe lungo i sedimi delle vecchie ferrovie locali. Le infrastrutture vanno completate e rappresentano sviluppo per il settore delle costruzioni stradali, e tutti i servizi vanno costruiti e messi in piedi: dal noleggio di bici ed e-bike, al ristoro, alle guide ciclo-turistiche, ai sistemi di gestione e così via.
C’è da segnalare inoltre che in provincia di Vicenza siamo all’avanguardia a livello di tour operator: hanno sede infatti forse le due realtà italiane più importanti del cicloturismo: l’associazione Jonas e Zeppelin (con Giro Libero).
Un comparto come dicevamo che ha ampi margini di sviluppo e che vede progetti importanti avviati anche sull’Altopiano di Asiago, un vero e proprio paradiso per la MTB e per l’e-bike con impianti di risalita come quello nuovo esaposto delle Melette attrezzato per l’aggancio delle bici.

LO STUDIO 2020 Isnart-Unioncamere e Legambiente
Il rapporto Isnart-Unioncamere e Legambiente ha messo in evidenza dei numeri per difetto: nel 2019 ci sono stati 20,5 milioni di pernottamenti di cicloturisti italiani, ma in tutto il cicloturismo ha generato 55 milioni di pernottamenti: significa che quasi 30 milioni appartengono a stranieri.
La cifra rappresenta il 6,1% del totale dei pernottamenti in Italia nel settore turismo con una spesa di 4,7 miliardi pari al 5,6% del totale.
Nello studio si è visto che (per ora) il cicloturismo italiano predilige il “corto raggio” ovvero si preferisce esplorare l’area di residenza. Ciò avviene soprattutto in Emilia-Romagna, Lombardia e in Veneto e Toscana. Ma veneti e toscani raggiungono anche mete al Sud come Calabria e Sicilia.
Tedeschi e austriaci invece ci concentrano in Trentino Alto Adige dove le infrastrutture sono maggiormente complete. I francesi (altra presenza consistente degli stranieri) visitano soprattutto Lombardia, Trentino e Sardegna.

FATTURATO IN CRESCITA
Sempre secondo il rapporto il fatturato del 2019 è in crescita rispetto agli anni precedenti: il pacchetto medio corrisponde a 7 notti per un valore medio di 900 euro ed è sia itinerante sia a base fissa.
Il 40% dei cicloturisti chiedono il turismo su strada o pista, mentre il 34% si rivolge alle e-bike che stanno spopolando da un anno a questa parte dando una fortissima spinta al settore.
E sempre secondo lo studio gli itinerari più richiesti sono i family-friendly (54%) e bici più barca (30,8%).
Altre richieste riguardano i patiti del ciclismo che chiedono di poter ripercorrere tappe ciclistiche storiche. E su questo si basa anche una parte della comunicazione e della promozione.

I BENEFICI
Il benefici del cicloturismo sono molti: da quello di sviluppo economico di tutta la filiera della bicicletta e della bici elettrica a quello sulla salute dei cittadini che muovendosi all’aria aperta migliorano le loro performance fisiche e quindi lavorano sulla prevenzione di molte malattie dovute a stili di vita sedentari. La bici inoltre aiuterà a rimettersi in forma dopo la quarantena!
C’è anche un importante vantaggio ecologico: le vacanze in bici riducono l’inquinamento e in italiano aparlaimo di 1,5 milioni di tonnellate in meno di CO2.
La vacanza in bicicletta tra l’altro aiuta anche il cosiddetto distanziamento sociale.
PREVISIONI PER IL 2020
Nonostante il lockdown l previsioni pr quest’anno sono ottimistiche: si parla di un +26% sulle presenze rispetto all’anno scorso (25,9 milioni in tutto), un’ipotesi che gli esperti basano su tre scenari: il primo riguarda il periodo estivo con 1,4 milioni di cicloturisti italiani che confermano la loro mancanza in bici; il secondo riguarda l’aggiunta per l’estate di coloro che di solito preferiscono la fine dell’inverno e la primavera per le loro vacanze e giri in bici e stiamo parlando di latri 2,7 milioni di cicloturisti; infine la possibilità di incentivare vacanze brevi per l’autunno 2020.
Quindi ben vengano gli investimenti turistici nel comparto del cicloturismo e della e-bike. Per ora la parte del leone in Italia lo fa il Trentino Anto Adige, e sono lì le esperienze più vicine da imitare, non occorre andare in Olanda, in Danimarca o in Baviera e Austria!