
Quando era piccola voleva fare un lavoro “da uomo”. Quel lavoro “da uomo” Sandra Purgato lo ha ottenuto diventando presidente e amministratore delegato di Gemata, un’azienda che produce macchine di rifinizione per conceria, con sede a Trissino.
«Arrivo qui con la realizzazione di un sogno personale. Sono nata in una vallata e in una generazione in cui si viveva l’inizio della ricchezza, quella faticosa, derivata dal lavoro. Da piccola ho sempre voluto realizzare i miei sogni. Ovvero fare un lavoro da uomo perché mi pareva che a quel tempo lavori da uomo fossero più belli e interessanti, di responsabilità. Mio padre aveva una conceria e mi suggeriva di studiare per un diploma e poi di sposarmi, avere dei figli e stare tranquilla.»
Nata nel 1961 a Chiampo, Sandra è una ragazza che ama la sua famiglia e la rispetta, ma invece di fare ragioneria come le prospetta il padre decide di iscriversi al liceo e poi di studiare economia e commercio a Verona. «A quei tempi – ricorda – era ancora un distaccamento dell’Università di Padova. Era abbastanza raro che le donne vi si iscrivessero: molte mie compagne di classe infatti sono diventate medici, insegnanti o intrapreso studi umanistici , ma nessuna economia .”
Nel frattempo, però, la vita di Sandra subisce una svolta. Infatti incontra un giovane che la fa innamorare e si sposano molto giovani. Ma si laurea, non avrebbe mai mollato. “ Appena terminati gli studi , non è passato un giorno, ho iniziato a lavorare in un Gruppo, al quale facevano capo diverse aziende , grazie all’interessamento dei titolari che conoscevano me e la famiglia . Il momento era più facile per essere assunti e in questo riconosco di aver avuto anche fortuna . Il lavoro nel gruppo mi è stato estremamente utile . Attraverso questa esperienza mi sono evoluta, sono maturata e se prima le mie funzioni erano di affiancamento al ragioniere per la parte amministrativa , poi sono riuscita ritagliarmi a un ruolo nell’analisi dei costi, attraverso il quale è nato un nuovo ufficio che lavorava per le varie aziende sparse in Italia .» Ed è così che Sandra entra nel vivo dell’ambiente dei conciatori che conosce e frequenta fin da bambina, accompagnando il padre in Fiera a Parigi. E l’ambiente inizia a conoscere lei. E si arriva a Gemata. L’azienda, nata nel 1971 come officina meccanica per la manutenzione di macchine per l’industria conciaria, dopo poco tempo si impone sul mercato con la produzione di macchine per la lavorazione di pelli ovo-caprine e negli anni 90 con le prime macchine a rullo. Nel 2002 viene acquisita dalla famiglia Dalle Mese. «Alla testa di Gemata mi ci pone mio suocero, Giuseppe Dalle Mese. E pensare che non voleva che le donne lavorassero per il Gruppo, ma mi disse testualmente: “da domani mattina, tu sarai in Gemata”. E così è stato. Da allora ci sono state diverse vicissitudini – mio suocero è mancato, io ho divorziato – ma sta di fatto che non mi sono mai più spostata da Gemata. Facevo il lavoro che ho sempre desiderato, in un’azienda che era nelle mie corde, e poi ho avuto l’occasione di conoscere l’ing. Gianni Maitan, che era , a quel tempo , il Direttore Generale, con il quale esiste ancora oggi una piena sintonia. Da quel punto in poi, siamo sempre andati in crescendo, sia con i numeri di fatturato sia con la produzione. La Gemata passa da un fatturato di 6 miliardi di lire ottenuto con 37 dipendenti nel 1992 agli attuali 34,5 milioni di euro con 112 addetti. In questa corsa – perché stiamo ancora correndo – è stato costruito anche un nuovo capannone e ne abbiamo acquisito un altro a Santa Croce per il mercato della Toscana.» Nel 2015, infatti, arriva il taglio del nastro per lo stabilimento raddoppiato: gli spazi coperti sono stati portati da 3.300 metri quadrati a 7.770, con una nuova palazzina uffici, un’area officina di fatto duplicata e persino una palestra per i dipendenti. «Gemata fa un prodotto superlativo, per il quale sono da ringraziare gli ingegneri progettisti e i dipendenti, dal primo all’ultimo – sottolinea Sandra Purgato – Il nostro prodotto è davvero leader nel mondo, perché non c’è nessuno che lo sappia fare come noi e che lo faccia funzionare come noi. Avere una Gemata in azienda è come avere una Ferrari.» La chiave del successo di Gemata va ricercata anche nel nuovo modello organizzativo: tutto il processo aziendale è orientato alla percezione dei bisogni del potenziale cliente ed alla loro traduzione in modo rapido, economico ed efficace, in un prodotto che li soddisfi e che viene costantemente monitorato e migliorato. In quest’ottica è coinvolta l’intera azienda, tutto il personale è motivato e chiamato a collaborare partecipando a corsi e seminari di aggiornamento per accrescere le proprie conoscenze. Tutti i prodotti vengono progettati all’interno dell’azienda e testati prima nella sala prove e poi successivamente presso primari clienti del settore. «Le nostre macchine sono a rullo, per la rifinizione – spiega Sandra – possono stendere vernici, film, colore, etc. Con la nostra macchina top di gamma a basso impatto ambientale ,la Topstar, possiamo sostituire gli impianti a spruzzo, in tantissime lavorazioni e soprattutto nell’automotive, con tantissimi vantaggi: risparmio energetico, di materiali, di smaltimenti rifiuti, di prodotti chimici, spreco di acqua, di corrente, dispersione nell’aria. Ma non è solo auto motive. In Toscana, nell’area delle pelletterie per la moda, le nostra macchine sono molto impiegate. Ultimamente stiamo pensando anche di raggiungere altre nicchie di mercato come quelle legate al vetro, per esempio, dove si possono effettuare verniciature e decorazioni di grande effetto.» Del suo lavora racconta poi: «Sono abbastanza stanziale, se così si può dire. Infatti prima viaggiavo molto, ora quasi per nulla, a farlo ci pensa già l’ing.Maitan, amministratore delegato come me, che svolge anche funzioni legate all’area commerciale e tutti i nostri collaboratori dell’area vendite e post vendite. L’azienda vive soprattutto di export e c’è bisogno della presenza e dell’intervento in tutto il mondo. Io resto in azienda dove c’è sempre bisogno di una figura direzionale anche se sono assolutamente ben supportata dal direttore ing. Mauro Pellizzari.
Ma oltre all’azienda c’è di più. C’è una figlia di 27 anni, Viola, della quale va molto orgogliosa e che si è laureata in filosofia con il massimo dei voti, ama la danza nella quale si è anche diplomata, e ora lavora con il padre in Conceria Montebello. C’è Sandra Purgato privata, che è molto gelosa della sua privacy e per questo anche molto riservata. Abita a Vicenza, e le piace stare in casa con quegli amici che sono diventati ormai la sua famiglia e che non le fanno mai mancare il loro sostegno e la loro vicinanza. «Non mi ricordo Vigilie di Natale o Ultimi dell’Anno passati senza avere i miei amici attorno – ricorda – perché diventa uno scambio continuo nel quale io ricevo e do allo stesso tempo. Sono un’ancora importantissima e insostituibile della mia vita. Quando sono da sola, invece, la mia compagnia sono i libri e la poesia. Qualsiasi cosa io abbia cercato, nei libri e nelle poesie ho trovato le risposte. I libri sono sempre stati la mia passione e mi hanno aiutata moltissimo anche nel rapporto con mia figlia. Quando siamo insieme ci leggiamo a vicenda delle poesie, per esempio “La pioggia nel pineto” di D’Annunzio, che Viola legge in modo sublime. Oppure ci siamo lette l’un l’altra l’Odissea, spesso commuovendoci fino alle lacrime per il pathos della narrazione. Ci sono concetti ritrovati nei libri che mi hanno cambiata e che mi hanno insegnato come affrontare meglio la realtà e le asperità della vita. Davvero consiglio a di leggere tanto e di tutto. Leggere può essere un balsamo, un medicamento dell’anima». Come il mare, un altro elemento costante nella vita di Sandra, lo cerca e lo ritrova per raggiungere il proprio benessere. «Il rapporto con il mare mi ha sempre aiutata a superare molti momenti difficili o a tesaurizzare energia positiva – ricorda – come quando aspettavo Viola e mi mettevo in spiaggia davanti al mare. Sentivo subito di stare meglio e di far star meglio la piccola. Come se entrasse dentro di me un’energia cosmica che riusciva a pormi in armonia con l’Universo. Anche adesso, il mare è forza energetica e d’estate, quando andiamo nella casa vacanze in Puglia, faccio delle lunghe nuotate, lasciandomi cullare dalle onde. Questi momenti rappresentano il mio spazio di profonda meditazione personale». Fra i libri “del cuore” di Sandra figurano “Neve” di Pamuk o “Il Dio delle piccole cose” di Arundhaty Roy, “il tè nel deserto” di Paul Bowles, o “La récherche” di Marcel Proust: da ognuno ha tratto insegnamenti e illuminazioni. Però confessa che legge in maniera veloce, in uno strano modo trasversale, quando il libro non le piace molto comunque vuole finirlo. «Spesso sono stata delusa – racconta – dalle promozioni di libri realizzate online. C’è una fortissima tendenza sui social di pubblicizzare quello che l’editore desidera postare. Fenomeni editoriali. Ma se sono delusa mi butto su autori “sicuri” come ad esempio Haruki Murakami, scrittore molto onirico che spesso mi ha portata a pensare di aver vissuto davvero quello che stavo leggendo nei suoi romanzi».
Anche a Sandra, come alla maggioranza delle donne, piace molto la moda. E ricorda di avere potuto conoscere e apprezzare il meglio del Made in Italy proprio negli anni ’80, quando i suoi vent’anni erano in fiore. «In quegli anni – ricorda – c’era tutta la moda migliore. E a me piace tanto la moda. Mi piace tutto. In quegli anni Moschino era ancora vivo e fantastico, Armani dettava legge e Prada era un mito in divenire. Sono cresciuta con questi grandi ed è impossibile non amare la moda se si è attraversato un periodo storico come quello, dove c’era tutto il meglio e nel quale ho avuto la possibilità di apprezzare e indossare le creazioni di quell’epoca. La moda è stato un boom favoloso e ho cercato di trasmettere questo a mia figlia. Fra i colori mi piace molto il rosso, amo anche indossarlo e presumibilmente è il mio colore porta fortuna: mi sono fidanzata con un rubino e oggi lo ritrovo anche nel logo Gemata. Non a caso il mio marchio di fabbrica è il red lipstick, icona del fascino francese, al quale mi sto ispirando per affrontare i miei prossimi sessanta. La donna francese è estremamente chic e rilassata perché sa scegliere e indossare la semplicità dell’eleganza. La vedi sicura e tranquilla, più leggera. Questo significa anche seguire il ritmo del proprio corpo e del proprio aspetto prima che sia tardi: mi piacerebbe per esempio affrontare la senilità orgogliosa dei miei capelli bianchi e del mio essere, senza orpelli». La moda e le tendenze sono poi il tema della domenica mattina, quando Sandra si dedica alla lettura dei quotidiani e alla ricerca del filo conduttore delle notizie e degli accadimenti di tutto il mondo. «Leggo parecchie testate giornalistiche, immancabili il Corriere, La Lettura e Paris Vogue – spiega – e mi dedico a guardare quelle che sono le tendenze della moda e del make up».
Nella privacy di Sandra Purgato va inserita anche la convivialità, che resta uno dei fattori forti del suo sentire la famiglia. «Io amo cucinare e non mi sono mai dimenticata di sapere cosa vuol dire appartenere ad una famiglia – ribadisce – Io comunque cucino anche per me stessa. Mi piace tutto in assoluto, ma quando siamo in Puglia, nella casa del mare abbiamo i forni oppure facciamo dei grandi pentoloni di pesce o cociamo nei cocci. Ci facciamo tutte queste delizie mediterranee e da questo punto di vista devo dire di essere davvero molto italiana. Ho trasmesso anche questo a Viola che si è molto appassionata a questo modo di cucinare e di mangiare. Diventa oltre tutto un momento di ritrovo con gli amici, e non esiste festa che io non abbia santificato e onorato con gli amici. In queste occasioni mi dedico alla mia specialità, che sono i risotti, e in particolare quello di zucca. La mia ricetta del risotto di zucca è insuperabile, ho ereditato la ricetta da mia suocera».
«Vivere secondo passione è il mio credo. La cucina, la moda, la lettura, il lavoro, gli amici e la famiglia non sono che facce della stessa medaglia. Ribadisco che ho avuto tutti i miei sogni realizzati ma ho avuto anche momenti emotivamente duri e in quei momenti mi ha aiutato il mio carattere estremamente determinato. La determinazione mi ha salvato la vita, ho sempre guardato in faccia l’avvenire … sono una donna che non abbassa lo sguardo».