
Un po’ maschio dentro ma con il cuore fashion addicted. Chiara Campagnolo porta in sé questo dualismo, questa apparente contraddizione, e lo esprime sia con il pratico taglio a caschetto e sia con una fascia mahori tatuata sull’avambraccio destro in contrapposizione a dei sandali modaioli portati a piede nudo in pieno inverno.
Se si volesse dare un’interpretazione forse un po’ scontata, ma efficace, si potrebbe dire che Chiara rappresenta il classico pugno di ferro in guanto di velluto. «Ho la fortuna di aver ereditato l’azienda fondata da mio nonno nel Primo Dopoguerra quando il trasporto era ancora realizzato con i cavalli – racconta – e che mio padre Carlo Alberto dagli anni ‘70 ha portato al successo fino a quando siamo subentrati noi, i miei fratelli ed io, circa una ventina di anni fa». La società, La Campagnolo Trasporti specializzata nella logistica del freddo, ha sede a Belvedere di Tezze, nei dintorni di Rosà e conta 30 dipendenti in ufficio, più 15 in magazzino e gestisce 135 camion che viaggiano per raggiungere clienti dislocati in Austria, in Germania, nella stessa Italia e in Spagna, dove la ditta può contare anche su di un partner logistico. Nel corso degli anni l’evoluzione tecnologica ha accompagnato a grandi passi la gestione del traffico e delle commesse. Ora, infatti, un avanzatissimo sistema computerizzato, collegato ad un apparato satellitare permette di conoscere perfettamente la localizzazione di ogni camion e di annotarne l’arrivo e la relativa consegna delle merci. «Sono la figlia di mezzo di una famiglia che si è sempre dedicata al lavoro e per me lavoro e famiglia sono sempre stati un’unica cosa – prosegue – Non posso dire quando finisce l’uno e inizia l’altra, perché fin da piccola ho visto camion partire e arrivare e questo poi si è trasformato in passione vera per il mio lavoro. E assieme ai miei fratelli, Alberto il maggiore, che con me segue la parte commerciale e i grandi clienti, e Fabio, minore a me di tre anni, che si occupa della flotta, cerco comunque di dare il meglio per quanto riguarda impegno, disponibilità e senso di responsabilità». La grinta e la determinazione le arrivano non solo dal fatto che il suo segno zodiacale sia Leone ascendente Leone, ma anche dal fatto che fino ai 24 anni Chiara era una sciatrice provetta ed esercitava sport agonistico. Lo sport è sempre rimasto un punto fermo della sua vita, e i suoi stessi figli, Cesare di 16 anni e Costanza di 13, lo praticano in modo continuativo e appassionato: rugby per il primo e tennis per la seconda, vissuti da veri fan. «Conciliare lavoro e famiglia non è stato e non è facile – sottolinea – Ricordo ancora il momento in cui ho affrontato il test di gravidanza per mio figlio. Sono rimasta senza parole, mentre mi chiedevo se sarei stata realmente in grado di essere anche madre. Sono da sempre un’imprenditrice, abituata a stare sul campo molte ore al giorno, 364 giorni l’anno, sabato e domenica compresi, con un carico di impegni davvero alto». Ma allora, è meglio dedicare ai figli tutto il proprio tempo? Oppure dare loro il meglio del tempo che si ha a disposizione? «Questo quesito me lo sono posto spessissimo, praticamente ogni giorno – prosegue Chiara– ma per fortuna la risposta mi è arrivata proprio dai miei figli, perché hanno capito fin da subito che il tempo che sottraevo loro era per un preciso motivo e quindi non me lo hanno mai rinfacciato. E hanno imparato fin da piccoli a rendersi conto di che cosa significasse avere un’azienda, quale fosse l’impegno, la dedizione e il sacrificio che questo ruolo comportava. Condividiamo molto e tornare a casa dopo una giornata di lavoro è veramente tornare ad un porto sicuro». Fra le condivisioni, ricordiamo anche quella dei tatuaggi, perché se il suo compagno ne ha le braccia completamente disegnate, anche lei ne ha almeno 5. «E pensare che li odiavo – ricorda – Ma un giorno, nel periodo nero della separazione, mi è venuta voglia di tatuarmi le iniziali mie e dei miei figli. E da lì, quasi un gesto scaramantico che significasse in qualche modo voltare pagina, mi sono appassionata a quest’arte e mi sono fatta tatuare tra le altre cose anche alcune parole. Come resilienza: quella che più mi rappresenta e che per me è carica di un significato davvero speciale. Nei miei 44 anni di vita, le vicissitudini che mi hanno coinvolta mi hanno resa sempre più forte, come rinata nuovamente dopo ogni situazione. E da queste esperienze io mi traggo la mia grande e profonda gratitudine alla vita e ai doni che mi ha elargito. Ogni giorno rappresenta per me un regalo inaspettato pervaso dall’energia che possiamo cogliere anche dalle cose più semplici o dalle persone che attraversano la nostra strada anche solo per un momento». La casa diventa un posto dove rilassarsi ma anche spazio per incontrare gli amici e condividere il proprio tempo con le persone care, con le quali essere finalmente pienamente se stessi, dove si cucina in tutto relax per il piacere di stare insieme. Dove ascoltare musica: le preferenze sono ad ampio raggio, ma sempre apprezzate come un’ennesima espressione di vitalità, un ulteriore modo di esprimere l’entusiasmo e la positività di cui Chiara Campagnolo è testimonial e ambasciatrice. «Non sono una cuoca eccelsa, ma neanche proprio una schiappa – precisa la nostra interlocutrice – e poiché sono figlia di una cuoca perfetta, per molto tempo ho mantenuto una sorta di “ansia da prestazione”, ma ora ai miei ospiti offro piatti semplici e tradizionali. Sul tiramisù sono imbattibile: è la mia specialità e mi viene particolarmente bene». Inoltre, l’andar del tempo le ha dato modo di capire quali fossero i veri amici o quelli solo di facciata, permettendole così di fare delle scelte, anche drastiche, su quello che più le fosse congeniale. Magari in modo un po’ netto, ma senz’altro necessario. Bianco o nero, senza mezzi termini. Come i colori che Chiara preferisce fra tutti. «Anche se in realtà – precisa – non ho delle vere e proprie preferenze. Sono attirata da tutto ciò che è moda e se non avessi avuto la fortuna di occuparmi dell’azienda di famiglia il mio cuore senz’altro mi avrebbe dettato la strada di questo settore. E infatti adoro fare shopping. La mia passione, poi, sono le scarpe. Tanto che mia figlia mi prende in giro, alla vista di una nuova scatola! Veramente mi piace tutto ciò che vi ruota attorno, stoffe, materiali, colori, forme, design: si vede che devo avere questo germe da qualche parte dentro di me, perché, per esempio, mi ricordo ancora benissimo che vestito indossava mia madre alla Comunione di mio fratello. Ricordo anche tutti i suoi vestiti e le scarpe che ha avuto». Il giorno di Natale, unico momento di pausa per lo stop tecnico, Chiara lo ha passato nella sua nuova casa insieme alle persone care, mentre già il 26 è ricominciata la “battaglia”, come la chiama lei. Il team coordinato dalla nostra imprenditrice conta solamente donne che lavorano gomito a gomito con lei. Una squadra che opera giorno e notte, sempre collegata con il sistema di controllo che produce dati in tempo reale e che è sempre connesso, 24 ore al giorno, 364 giorni l’anno. Una squadra creata con cura e determinazione, alla quale Chiara ha trasmesso tutto il suo entusiasmo e la voglia di fare investendo i propri collaboratori della giusta responsabilità per far sì che acquisiscano lo spirito e la mentalità giusta per poter dare il meglio all’azienda,sentendola propria. Con entusiasmo e fermezza. «Devo dire che siamo molto fortunati perché abbiamo delle collaboratrici in gamba – conferma – delle ragazze giovani che ho scelto personalmente e che sono cresciute insieme a me, acquisendo la nostra particolarissima filosofia di lavoro e di relazioni con i clienti. Sono persone veramente valide che si adoperano per il successo aziendale e che si autogestiscono senza mai lesinare impegno e fatica. Anche perché il lavoro, soprattutto negli ultimi anni, è sempre aumentato, in stretta connessione con il successo aziendale, descritto dal claim “Freshness on time” dove viene sottolineata la nostra precisione, la nostra puntualità, ma anche la nostra mentalità, aperta al cambiamento e al servizio totale del cliente».