
Nell’ambito delle iniziative editoriali per i 70 ani della Magnum Photos, Contrasto pubblica per la prima volta un graphic novel, dal titolo “Cartier Bresson, Germania 1945”, di Jean David Morvan e Sylvai Savoia. Attraverso il disegno gli autori ridanno vita all’esperienza del giovane Henry Cartier-Bresson durante la sua prigionia nello Stalag V nel 1940 e dal quale riuscirà a fuggire per poi farne ritorno da testimone, cinque anni più tardi.
Sfogliando le pagine del libro seguiamo HCB durante la guerra che vedrà quel giovane fotoreporter, ammaliato negli anni Trenta dalla macchina fotografica, diventare un grande protagonista del Novecento. Nel 1940, qualche giorno prima di essere fatto prigioniero con i suoi compagni della sezione “Film e fotografia” dell’esercito, ha il tempo di seppellire la sua Leica, la sua macchina fotografica feticcio. Non si rassegnerò certo alla prigionia, all’immobilismo. Cercherà due volte di evadere, prima di riuscirci, lasciando il campo di concentramento per prigionieri di guerra nel 1943 e andando subito a disseppellire la Leica.
Ritorna in Germania nel 1945, per seguire la liberazione dei prigionieri e aiutarli a ritrovare il loro posto nella società del dopoguerra. Lo farà con il film Le Retour e, in parallelo, con una serie di famose fotografie. Di quel viaggio, una foto è particolarmente conosciuta, scattata nel campo di Dessau. Esistono fotografie che sono un emblema, come quella nella quale si vede una donna accusarne con violenza un’altra in mezzo alla folla: è un’ex prigioniera che riconosce e accusa, colei che l’ha denunciata alla Gestapo. Potrebbe essere l’ultima foto della Seconda Guerra Mondiale o la prima della Liberazione. Ma è anche uno degli esempi più eloquenti dello stile del suo autore. Un’immagine colta in modo rapido, mai riquadrata, dove però tutto sembra studiato, ponderato, calcolato al millimetro.
Completano il volume un portfolio di immagini di Henri Cartier-Bresson e un dossier di Thomas Tode, regista di documentari e ricercatore.
Il libro è realizzato in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e l’agenzia Magnum Photos.