
Apre il 16 novembre al palazzo della Gran Guadia a Verona la mostra dal titolo “Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght” (fino al 5 aprile 2020) a cura di Marco Goldin.
Ad organizzare l’esposizione il Comune di Verona e Linea d’ombra, assieme alla Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini.
LA MOSTRA
La mostra è una superba incursione, con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel terreno del più alto Novecento internazionale, avendo Parigi quale centro.
Una vera e propria monografica dedicata ad Alberto Giacometti, con oltre settanta opere, unitamente ad altri artisti che gravitavano nella Parigi soprattutto degli anni tra le due guerre ma anche nei due decenni successivi, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, con un ulteriore ventina di dipinti celebri, spesso di grande formato.
Si tratta di uno splendido spaccato dell’ambiente che ha carattizzato la vita e l’opera di Alberto Giacometti, considerato a ragione il più importante scultore del XX secolo.
MARCO GOLDIN SPIEGA LA MOSTRA
Marco Goldin cura lesposizione, tornando in questo modo al suo amore per il XX secolo e agli studi sul Novecento, da cui è partito fin dagli anni universitari: “Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i ventanni. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato d’apprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture”.
“Sono felice – prosegue Goldin – di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità”.
LA FONDAZIONE MAEGHT
“E giusto dire che questa mostra – prosegue Goldin – servirà anche a rievocare una delle più straordinarie avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi, quella di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondano a Cannes una loro galleria. Nell’ottobre 1945 aprirà la galleria parigina, dove due anni dopo verrà presentata, con un successo senza precedenti, l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton.
Nel 1964 poi viene inaugurata a Saint-Paul-de-Vence la Fondazione Maeght, con un insieme architettonico concepito per presentare larte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi di grande importanza che sono stati legati alla famiglia Maeght per decenni, Giacometti in primis”.
LE SCULTURE DI GIACOMETTI ALLA GRAN GUARDIA
“E affascinante ormai non più soltanto immaginare, ma anche effettivamente vedere - conclude Marco Goldin - nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, Luomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco.
Nel mezzo la ricostruzione precisa, e poetica, dellintera vita di Giacometti, tra disegni e pitture e soprattutto tante tra le sue famosissime sculture, dai busti e le teste del fratello Diego, ai cani, ai gatti, alle foreste fatte di figure quasi liquefatte.
Fino alla notissima figura femminile del 1956, detta Donna di Venezia, esposta alla Biennale veneziana di quellanno e che tanto successo riscosse. Ebbene, di quella figura la Fondazione Maeght possiede tutte le nove variazioni, che puntualmente sono giunte a Verona per essere esposte, per un confronto che rare volte nel mondo intero si è fatto”.