
Inaugurata a febbraio e chiusa a inizio marzo per l’epidemia da Covid-19, mercoledì 20 maggio 2020 riapre al pubblico la mostra “A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento. Da Donatello a Riccio” nelle Gallerie di Palazzo Vescovile di Padova.
LA VISITA IN SICUREZZA

Sono 21 le sculture esposte nelle Gallerie del Palazzo Vescovile e finalmente i visitatori potranno tornare ad ammirarle, nella loro bellezza e nella storia che raccontano, in totale sicurezza, grazie a un protocollo appositamente studiato sulla base delle Linee guida regionali sulla riapertura al pubblico di musei, archivi e biblioteche, che prevede laccesso contingentato, la sicurezza dei locali, la possibilità anche di visite guidate in piccoli gruppi garantendo il distanziamento sociale, la necessità di indossare mascherina e guanti e di sottoporsi al controllo della temperatura corporea.
LA SEGRETERIA E’ OPERATIVA DA LUNEDI’ 18 MAGGIO
Da lunedì 18 maggio la segreteria della mostra sarà operativa telefonicamente al numero 049 8226159 per dare tutte le informazioni al pubblico e raccogliere prenotazioni e da mercoledì 20 maggio si ripartirà con il consueto orario da martedì a venerdì 10.00 13.00 e 14.00 18.00; sabato, domenica e festivi 10.00 13.00 e 14.00 19.00, così almeno fino al 2 giugno, data prevista di chiusura dellesposizione, mentre è ancora in fase di verifica la possibilità di una proroga.
LA MOSTRA
“A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento Da Donatello a Riccio” è il frutto di un progetto di restauro e di una campagna di ricerca che ha portato anche interessanti novità tra cui il ruolo centrale di un plasticatore di origine cremasca, Giovanni de Fondulis (a cui sono state attribuite definitivamente alcune terrecotte del territorio diocesano di Padova), e la vivacità della sua bottega padovana, rimasta attiva per oltre 20 anni nella seconda metà del ‘400.

La mostra ha portato anche a nuove scoperte: tra queste la Madonna del monastero della Visitazione, che dopo la rimozione delle integrazioni ottocentesche e delle pesanti ridipinture, si è rivelata un capolavoro della tarda attività di Giovanni de Fondulis, e nuove attribuzioni, come la paternità a Pietro Lombardo, da parte dello studioso Francesco Caglioti, della Madonna proveniente dal Museo del Bargello, precedentemente attribuita a Antonio di Chellino.
L’esposizione è promossa e organizzata dal Museo diocesano di Padova e dal’lUfficio diocesano Beni culturali, con la collaborazione dell’Università di Padova CIBA Centro per i beni culturali, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per larea metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso e ha il patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Padova, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e ledilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.
La realizzazione è stata possibile grazie al contributo speciale di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e ai contributi di Camera di Commercio di Padova, Fondazione Alberto Peruzzo, Fondazione Antonveneta, Ravagnan, Sirman, Confartigianato, dell’8 per mille della Chiesa cattolica e di numerosi altri sostenitori.
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