
Dopo Albrecht Dürer, le sale restaurate di Palazzo Sturm accolgono un altro tra i giganti dell’incisione mondiale: Giambattista Piranesi (1720-1778).
Da sabato 20 giugno (apertura ore 18) fino al 19 ottobre 2020, a Palazzo Sturm, via Schiavonetti 40 a Bassano del Grappa.
LA MOSTRA
La mostra a cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza propone tutti i capolavori grafici di Giambattista Piranesi patrimonio delle raccolte bassanesi.
Un corpus completo che comprende incisioni sciolte e molte altre racchiuse in volumi ai quali si aggiunge la serie completa delle Carceri dInvenzione proveniente dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
La città di Bassano del Grappa ha scelto di omaggiare il grande genio di Piranesi in occasione del terzo centenario della sua nascita (4 ottobre 1720).
Il patrimonio grafico dell’artista di origini venete, che conta a Bassano circa 570 opere, viene esposto nel quarto e quinto piano di Palazzo Sturm, spazi destinati alle esposizioni temporanee, inaugurati dopo lultima campagna di restauro, con la mostra Albrecht Dürer. La collezione Remondini.
L’esposizione, che ha riscosso un gran successo di pubblico e di critica, ha inaugurato il filone dedicato allarte incisoria di cui Palazzo Sturm conserva uno dei patrimoni più importanti al mondo esponendo allinterno di teche in acciaio e vetro quelle opere che per motivi conservativi non sono tradizionalmente esposte al pubblico.
L’allestimento è costituito da cinquantasei teche progettate dallo studio APML architetti, strutture pensate per preservare le condizioni ottimali di conservazione delle opere sia da un punto di vista microclimatico che luministico.

GIAMBATTISTA PIRANESI
Disegnatore, incisore, antiquario e architetto, Giambattista Piranesi è considerato il più grande esponente dell’incisione veneta del Settecento.
La sua attività ha influenzato non solo architetti ma anche scenografi e pittori oltre che lasciare un forte impatto anche sulla fantasia letteraria. Veneto di nascita ma romano d’adozione, Piranesi si presenta in questa mostra con tutta la sua incredibile potenza grafica.
Giunto a Roma appena ventenne, decide di trasferirvisi definitivamente a partire dal 1746, iniziando la produzione delle celebri Vedute di Roma: raccolte di tavole raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelle presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa. Architetto di un unico edificio, la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, Piranesi diede vita nelle sue incisioni ad architetture che stupirono il mondo, magnificamente oniriche ma al contempo potentemente concrete e per questo destinate a colpire la fantasia di molti.
Di lui parlarono con ammirazione sconfinata non solo esperti d’arte e di architettura ma anche poeti e scrittori; tra i molti Marguerite Yourcenar volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri l’opera forse più famosa di Piranesi scrive trattarsi di «una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo».

LA PRIMA VOLTA DELLA COLLEZIONE COMPLETA
Per la prima volta nella loro storia i Musei Civici di Bassano del Grappa espongono al pubblico il corpus completo di incisioni piranesiane presenti nelle collezioni permanenti cittadine. Un corpus completo che comprende le più celebri Vedute di Roma: tavole raffiguranti i monumenti antichi realizzate dall’artista nell’intero arco della sua vita.
A queste si aggiungono i quattro tomi delle Antichità Romane, preziosi volumi che costituiscono il fulcro della visione archeologica di Piranesi.
Fondamentali per l’intera opera piranesiana e, allo stesso tempo, punto di partenza per le opere successive di argomento analogo e complementare, queste tavole forniscono un quadro unitario organico della città di Roma attraverso l’individuazione dei monumenti, delle zone e degli spazi, della cinta muraria, della rete degli acquedotti e delle porte urbane.

LA COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE GIORGIO CINI DI VENEZIA
La mostra gode dell’importante collaborazione della Fondazione Giorgio Cini di Venezia per il prestito delle 16 tavole tratte dalla celebre serie delle Carceri dInvenzione. Pubblicata una prima volta nel 1748, l’opera completa viene data alle stampe nel 1761, diffusa con il titolo Carceri d’Invenzione di G. Battista Piranesi archit. vene.
Per la loro straordinaria libertà di immaginazione e per la capacità di trasferire nel segno grafico una sensibilità pittorica, le incisioni rivelano l’influenza dei Capricci di Giambattista Tiepolo, incontrato da Piranesi presumibilmente nel 1745, poco prima della sua ripartenza per Roma.
Assieme alle Vedute, le Carceri d’Invenzione costituiscono l’opera più famosa della produzione piranesiana e testimoniano la grande abilità nell’uso della tecnica incisoria da parte dell’artista.
QUI al sito dei Musei civici di Bassano del Grappa