La scrittrice de “La Masseria delle allodole”, simbolo della comunità italoarmena, è stata ospite sabato 27 gennaio al “Perché” di Roncade, Treviso, con il giornalista-viaggiatore Renato Malaman per un “viaggio” nella storia e nella tradizione della più antica nazione cristiana al mondo.
La scelta del Giorno della Memoria non è casuale. Partendo dal ricordo della Shoah, è stato ricordato anche un altro genocidio. Un genocidio peraltro dimenticato dalla storia, quello patito un secolo fa dal popolo armeno e finora mai riconosciuto da chi l’ha causato. Le vittime furono oltre 1.500.000 e l’Armenia storica perse gran parte dei propri territori, compreso il monte Ararat, simbolo stesso della nazione. Antonia Arslan, nel 2004 con la sua opera prima ha vinto numerosi premi ed è stata tradotta finora in 24 lingue, ha alzato il velo sui tragici fatti che hanno portato al genocidio, evidenziandone anche i responsabili. Insieme a Renato Malaman, che ha visitato il paese di recente, ha centrato l’attenzione sull’Armenia di ieri e di oggi, fra storia, cultura e memoria del paese caucasico che è la prima nazione cristiana al mondo (301 d.C.). Un racconto sul filo del tema “Dal genocidio alla rinascita” che ha aperto alla conoscenza di questo paese dall’anima profonda, tra le cui montagne sorgono monasteri di infinita bellezza e si snoda l’antica Via della Seta. Una proiezione di immagini ha accompagnato questo viaggio ricco di suggestion, con uno sguardo attento rivolto anche al presente: l’Armenia è indipendente dal 1991, dopo la dissoluzione dell’Urss.